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Cucina macrobiotica e mindfulness: cos’è la cucina zen

Cucina macrobiotica e mindfulness: cos’è la cucina zen

Mi piace definire la mia cucina una cucina zen, in questo post, voglio spiegarti perché.

L’idea di cucina zen deriva dalla necessità di unire l’approccio macrobiotico – caratterizzato da una visione energetica del cibo basata sui concetti di yin e yang (ricorrenti nella filosofia zen) – ai pilastri della mindfulness. Lo scopo è creare una nuova consapevolezza alimentare.

Consapevolezza in cucina significa conoscere ciò con cui nutriamo il nostro corpo, sapere quale effetto ha un cibo su di me a livello sia fisico, sia emotivo, in modo da poter scegliere ciò che è meglio ora in base alla mia costituzione, condizione e al luogo nel quale vivo.

Cucinare in modo consapevole implica anche saper riconoscere gli schemi mentali e le emozioni che si celano dietro alle nostre scelte alimentari, come ad esempio: mangiare un certo cibo per abitudine, perché ci ricorda qualcuno o qualcosa, o semplicemente perché ci sentiamo annoiati o tristi e pensiamo quel piatto ci farà stare meglio.

Oppure, comprendere perché siamo reticenti a cambiare alimentazione anche quando sappiamo che sarebbe opportuno: quali schemi mentali, quali pregiudizi applico che non mi permettono di cambiare in meglio?

Questa è la cucina zen: un approccio al cibo che va oltre la superficie per aiutarci a ritrovare l’equilibrio in noi e tra noi e l’ambiente che ci circonda.

I suoi pilastri sono: gratitudine, consapevolezza e ascolto, amore, stagionalità rispetto.

 Gratitudine significa non dare per scontato il cibo sulla nostra tavola ma esserne estremamente grati. Ogni giorno un seme viene piantato solo per noi, l’acqua e il sole lo fanno crescere insieme alle cure di chi dedica il suo tempo all’agricoltura. C’è poi chi distribuisce il cibo e lo fa arrivare sulla nostra tavola. Per non parlare del denaro che ci permette di acquistarlo, l’energia che serve per cucinarlo e del nostro corpo che processa ciò che ingeriamo e lo trasforma in nutrienti ed energia. Ogni volta, prima di iniziare un pasto, ringrazia, questo ti ricorderà quanto lavoro c’è dietro a ciò che stai per mangiare e ti aiuterà a evitare sprechi, oltre che ad apprezzare maggiormente ciò che hai nel piatto.

Consapevolezza e ascolto. La prima indica il sapere perché mangiamo ciò che mangiamo e come: per rabbia, abitudine, noia, per premiarci, per fame, ecc. L’ascolto è implicito nella consapevolezza poiché ne è una conseguenza: quando sono centrato e comprendo perché faccio determinate scelte, allora sono in grado di ascoltarmi e approfondire le motivazioni che ne stanno alla base. Significa anche smettere di mangiare quando si è sazi e non mangiare quando non si ha fame.Consapevolezza, inoltre, significa totale presenza a me stessa anche quando cucino, così facendo, trasformo un’azione così semplice e di routine in qualcosa di speciale. Sto preparando la cena e sono assolutamente qui e ora in ciò che faccio senza pensare che vorrei essere altrove, che non ho tempo e devo fare più in fretta. Ti svelo un segreto: la pasta non cuoce più velocemente se la guardi con ansia e premura, piuttosto, goditi questo istante di attesa come un momento di pausa.Ogni azione consapevole è senza sforzo e fluida, non è incentrata sul risultato, ma sul processo.  Quando agisci così sei in perfetta armonia con te stesso e con il mondo e, qualsiasi cosa tu faccia, diventa una forma di meditazione, oltre che un momento speciale.  Lo stesso vale per quando mangi: assapora con calma e attenzione il cibo che hai preparato, godi del risultato della preparazione.

Amore: amore è un concetto che racchiude la gratitudine, quando sono grata infondo amore a ciò a cui mi rivolgo. Amore significa mettere armonia e dedizione in ciò che si fa, in questo caso, cucinare. Prendersi cura e trattare con rispetto ogni ingrediente, maneggiarlo e cuocerlo con attenzione. Conosco persone che non sanno cucinare particolarmente bene, ma che hanno dei piatti “forti” che gli riescono benissimo perché, quando li preparano, sono totalmente immersi nell’amore per ciò che fanno.Amore in cucina è anche verso noi stessi e gli altri quando scegliamo alimenti che ci fanno stare bene e di dedicarci e dedicare ad altri il tempo di fare la spesa, cucinare e mangiare con cura, seduti al tavolo, condividendo, prendendosi il proprio tempo. Cucinare, se lo facciamo infondendo amore, può essere una cura per noi e per chi riceve il nostro cibo

Stagionalità e rispetto: dal momento che il tema chiave dello yin e dello yang è l’equilibrio, la stagionalità è essenziale. Ogni stagione ha la sua energia (più yin o più yang) e così gli alimenti che ci offre. Seguire la stagionalità significa scegliere ciò che è meglio per noi e per l’ambiente in quel momento dell’anno per darci la possibilità di vivere al meglio ciascuna stagione. Questo implica anche rispetto per noi e per la natura: ci rispettiamo quando facciamo le scelte giuste per la nostra salute e rispettiamo l’ambiente quando seguiamo le sue regole, quindi quando non stravolgiamo i suoi ritmi, quando non chiediamo alla terra di darci ciò che non è pronta a darci quando non è la sua stagione, quando non acquistiamo prodotti fuori stagione e provenienti dall’altra parte del globo.

Se vuoi conoscere i principi dello yin e dello yang, guarda questo video o leggi questo post

Nel prossimo post approfondirò i pilastri della mindfulness applicati alla cucina zen.

Guarda il video di questo post qui:

 

 

 

 

 

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